Ricordando potremmo Unire con le Note il Cuore e le Anime

Un’emozionante viaggio alla scoperta delle origini.

Manifestare i nostri talenti vuol dire attraversare il ponte che collega i diversi mondi

Ieri pomeriggio, ho portato mio figlio Tommaso, a vedere “Coco” della Disney …Sono consapevole di quanto, i cartoni animati siano un viaggio iniziatico, ma nonostante questo non ero preparata all’esperienza che ho vissuto. E la cosa meravigliosa, è che l’ho visto proprio nella settimana in cui viene pubblicato il mio libro, molte sono le attinenze che mi si sono rivelate.

I nostri figli, i bambini (come è Miguel, protagonista del film) vengono per guidarci a “Ricordarci” chi siamo.

I talenti sono proprio la nostra voce che con coraggio ci fanno vibrare, continuano a vivere in noi, sono la voce del cuore e dell’anima.
Seguire i nostri talenti vuol dire sentire quel qualcosa dentro di noi e questi richiedono anche fare delle scelte coraggiose ma coerenti.

Il bambino Miguel si scontra con la sua famiglia per inseguire il suo sogno, ma questi per ferite antiche tramandate da generazioni, credendo di fare il suo bene, gli impongono scelte non sue ( nel mio libro è ciò che chiamo “fedeltà familiare). Miguel dice “la musica è nelle mie vene”, cioè nel sangue, infatti il sangue è il clan, cioè la famiglia. Il ragazzo, non è ancora consapevole di cosa lo stia guidando, sa solo che non può negare chi è.
Inizia così il suo viaggio.

Si avventura nella terra dell’aldilà, insieme a un cane ( che scoprirà essere il suo spirito guida), attraversato il “ponte”, cioè il passaggio nell’altra dimensione, incontrerà i suoi antenati

Il messaggio è: “Lascia che siano i tuoi antenati a guidarti ed esprimere ciò che sei”.
Il nostro passato continua a vivere in noi, far farci riconoscere le nostre origini.

Nel libro “la Medicina del Futuro” Giorgio Mambretti, spiega l’analogia fra la nascita e il suono, e di come la quinta nota risuona con la prima e viceversa, così avviene che la quinta generazione faccia vibrare la prima e viceversa, il che equivale a dire che i trisnonni (quinta generazione) mettono in risonanza i trisnipoti. Ove sia possibile risalire ai nostri trisavoli, ritroveremo spesso le nostre stesse tematiche positive e negative.

La famiglia di Miguel ha creato un altarino con le foto dell’albero genealogico.
Una sola fotografia manca, quella di chi è stato ripudiato, che è fonte della prima ferita, quella sofferenza che si è poi trasferita a cascata sull’intera discendenza.

Dai nostri avi noi ereditiamo blocchi ma anche talenti, e questi vanno onorati per “ricordarci chi siamo” e per sanare l’intera famiglia d’origine e futura.

La cosa meravigliosa che sanando la ferita originaria, faremo dono a noi stessi, così da permetterci di realizzare no stessi e contemporaneamente andremo a “pacificare” i nostri antenati.
Si dice che il passato non può essere modificato, è vero però, che noi stessi possiamo “pacificare” l’incompiuto che aspettava di essere messo alla luce.

In questo ha senso che il passato continui a venire a galla, non per il perpetuare della sofferenza ma per “pacificare” tutte le nostre parti, avi compresi, e per onorare i nostri talenti.

Così noi possiamo divenire il “ponte” che collega passato, presente e futuro.

Il passato “pacificato” dei nostri avi, il futuro libero per i nostri figli, e nel presente agiamo con intenzione.

Le domande che chiedo di porsi sono:

  • Chi dei nostri avi potrebbe capirci ? riconoscere la nostra voce ?
  • Chi potrebbe benedirci ?
  • A chi potremmo permettere di attraversare il ponte? e quindi liberarlo
  • In che modo potremmo “pacificare” tutta la linea di discendenza?
  • Qual’è il “senso evoluto” del perpetuarsi di vecchi schemi ?
  • Percepisci la missione che sei venuta a compiere ?
  • Senti di poter essere il “ponte di collegamento” ?

Commovente è la canzone che Miguel canta alla sua bisnonna Coco ” Ricordami”

Ricordando potremmo Unire con le Note il Cuore e le Anime

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